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giovedì 30 agosto 2012

Buongiorno Bosnia, dobardan Venecija

Eccoci qua. Bagagli (quasi) pronti che domani si parte. L’appuntamento è alle nove di sera, davanti alla stazione di Mestre. Saremo in nove: Francesca, Luigi, Giovanna, Francesco, Laura, Leonetta, Luca, Piero ed io che scrivo, Riccardo.
Questa sarà la delegazione alla VI settimana internazionale della memoria in programma tra le domeniche del 31 agosto e dell’8 settembre a Sarajevo, Srebrenica, Tuzla e Mostar.
L’iniziativa, ricordiamolo, è stata organizzata dal gruppo “Buongiorno Bosnia Dobardan Venecjia”, in collaborazione con il Centro Pace del Comune di Venezia, come un sostegno concreto al progetto "Adopt Srebrenica" promosso dalla Fondazione Alexander Langer di Bolzano/Italia e dall’associazione Tuzlanska Amica di Tuzla/Bosnia Erzegovina.

L’idea di “Adopt Srebrenica” è nata nel 2005 in occasione della consegna del Premio Internazionale Alexander Langer alla psicologa bosniaca Irfanka Pašagić impegnata nel costruire un percorso di pace e di convivenza in un Paese dove la guerra ha lasciato ferite profonde e mai rimarginate.
L'obiettivo di “Adopt Srebrenica” è proprio quello di favorire - nella comunità di Srebrenica e in quelle ad essa collegate - la memoria e l'elaborazione del passato, nell'ottica di migliorare il presente e di aprire nuove possibilità per il futuro. Elemento fondamentale alla base del progetto è l’idea di poter realmente sperimentare una “convivenza interetnica”. La relazione e lo scambio con altre comunità in Italia e nel resto d'Europa facilita questo processo e permette al contempo di mantenere l'attenzione su Srebrenica.
Le finalità del progetto è quindi duplice: parlare di Srebrenica e operare con Srebrenica, attraverso i temi della memoria, della giustizia ed dell’elaborazione del conflitto. Accanto a questo proposito, si sono sviluppati una serie di iniziative cui daremo spazio nei prossimi post.
Su questo blog e sulla nostra pagina di facebook “Buongiorno Bosnia” terremo un resoconto puntuale (connessioni wifi permettendo e particolareggiato del nostro viaggio e delle nostre esperienze. Per chi vorrà seguirci.

1 commento:

  1. Da "tentativo di decalogo per la convivenza interetnica" di alex langer

    Conoscersi, parlarsi, informarsi, inter-agire: "più abbiamo a che fare gli uni con gli altri, meglio ci comprenderemo"

    La convivenza offre e richiede molte possibilità di conoscenza reciproca. Affinché possa svolgersi con pari dignità e senza emarginazione, occorre sviluppare il massimo possibile livello di conoscenza reciproca. "Più abbiamo a che fare gli uni con gli altri, meglio ci comprenderemo", potrebbe essere la controproposta allo slogan separatista sopra ricordato. Imparare a conoscere la lingua, la storia, la cultura, le abitudini, i pregiudizi e stereotipi, le paure delle diverse comunità conviventi è un passo essenziale nel rapporto inter-etnico. Una grande funzione la possono svolgere fonti di informazioni comuni (giornali, trasmissioni, radio, ecc. inter-culturali, pluri-lingui, ecc.), occasioni di apprendimento o di divertimento comune, frequentazioni reciproche almeno occasionali, possibilità di condividere - magari eccezionalmente - eventi "interni" ad una comunità diversa dalla propria (feste, riti, ecc.), anche dei semplici inviti a pranzo o cena. Libri comuni di storia, celebrazioni comuni di eventi pubblici, forse anche momenti di preghiera o di meditazione comune possono aiutare molto ad evitare il rischio che visioni etnocentriche si consolidino sino a diventare ovvie e scontate.

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